Fabrizio De André, Castellari, 1970

Il testamento di Tito

“Non avrai altro Dio all’infuori di me”
spesso mi ha fatto pensare,
genti diverse venute dall’est
dicevan che in fondo era uguale

credevano a un altro diverso da te
e non mi hanno fatto del male
credevano a un altro diverso da te
e non mi hanno fatto del male

“Non nominare il nome di Dio
non nominarlo invano”
con un coltello piantato nel fianco
gridai la mia pena e il suo nome

ma forse era stanco, forse troppo occupato
e non ascoltò il mio dolore
Ma forse era stanco, forse troppo lontano
davvero lo nominai invano!

“Onora il padre, onora la madre”
e onora anche il loro bastone
bacia la mano che ruppe il tuo naso
perché le chiedevi un boccone

quando a mio padre si fermò il cuore
non ho provato dolore
quanto a mio padre si fermò il cuore
non ho provato dolore

“Ricorda di santificare le feste”
facile, per noi ladroni
entrare nei templi che riguargitan salmi
di schiavi e dei loro padroni

senza finire legati agli altari
sgozzati come animali
senza finire legati agli altari
sgozzati come animali

Il quinto dice “Non devi rubare”
e forse io l’ho rispettato,
vuotando in silenzio le tasche già gonfie
di quelli che avevan rubato

ma io senza legge rubai in nome mio
quegli altri nel nome di Dio
ma io senza legge rubai in nome mio
quegli altri nel nome di Dio

“Non commettere atti che non siano puri”
cioè non disperdere il seme
Feconda una donna ogni volta che l’ami
così sarai uomo di fede

Poi la voglia svanisce e il figlio rimane
e tanti ne uccide la fame
Io forse ho confuso il piacere e l’amore
ma non ho creato dolore

Il settimo dice “Non ammazzare
se del cielo vuoi essere degno”
Guardatela oggi questa legge di Dio
tre volte inchiodata nel legno

guardate la fine di quel nazzareno
e un ladro non muore di meno
guardate la fine di quel nazzareno
e un ladro non muore di meno

“Non dire falsa testimonianza”
e aiutami a uccidere un uomo!
Lo sanno a memoria il diritto divino
ma scordano sempre il perdono

ho spergiurato su Dio e sul mio onore
e no, non ne provo dolore
ho spergiurato su Dio e sul mio onore
e no, non ne provo dolore

“Non desiderare la roba degli altri
non desiderarne la sposa”
ditelo a quelli, chiedetelo ai pochi
che hanno una donna e qualcosa

nei letti degli altri già caldi d’amore
non ho provato dolore
L’invidia di ieri non è già finita:
stasera vi invidio la vita

Ma adesso che viene la sera ed il buio
mi toglie il dolore dagli occhi
e scivola il sole al di là delle dune
a violentare altre notti

io nel vedere quest’uomo che muore
madre, io provo dolore
Nella pietà che non cede al rancore
madre, ho imparato l’amore.

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