Fabrizio De André, 1970

Maria nella bottega di un falegname

Falegname col martello perché fai den den?
Con la pialla su quel legno perché fai fren fren?
Costruisci le stampelle per chi in guerra andò
dalla Nubia sulle mani a casa ritornò?

Mio martello non colpisce pialla mia non taglia
per foggiare gambe nuove a chi le offrì in battaglia
ma tre croci, due per chi disertò per rubare
la più grande per chi guerra insegnò a disertare

Alle tempie addormentate di questa città
pulsa il cuore di un martello, quando smetterà?
Falegname su quel legno quanti corpi ormai,
quanto ancora con la pialla lo assottiglierai?

Alle piaghe alle ferite che sul legno fai
falegname su quei tagli manca il sangue ormai,
perché spieghino da soli con le loro voci
quali volti sbiancheranno sopra le tue croci

Questi ceppi che han portato perché il mio sudore
li trasformi nell’immagine di tre dolori
vedran lacrime di Dimaco e di Tito il ciglio
il più grande che tu guardi abbraccerà tuo figlio

Dalla strada alla montagna sale il tuo den den
ogni valle di Giordania impara il tuo fren fren
qualche gruppo di dolore muove il passo inquieto
altri aspettan di far bere a quelle seti aceto

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