Fabrizio De André, Francesco De Gregori, 1975

Canzone per l’estate

Con tua moglie che lavava
i piatti in cucina e non capiva
Con tua figlia che provava
il suo vestito nuovo e sorrideva
Con la radio che ronzava
per il mondo cose strane
E il respiro del tuo cane che dormiva

Coi tuoi santi sempre pronti
a benedire i tuoi sforzi per il pane
Con il tuo bambino biondo
a cui hai dato una pistola per Natale
che sembra vera
Con il letto in cui tua moglie
non ti ha mai saputo dare
E gli occhiali che tra un po’ dovrai cambiare…

Com’è che non riesci più a volare?
Com’è che non riesci più a volare?
Com’è che non riesci più a volare?
Com’è che non riesci più a volare?

Con le tue finestre aperte sulla strada
e gli occhi chiusi sulla gente
Con la tua tranquillità
lucidità, soddisfazione permanente
La tua coda di ricambio
Le tue nuvole in affitto
Le tue rondini di guardia sopra il tetto

Con il tuo francescanesimo a puntate
e la tua dolce consistenza
Col tuo ossigeno purgato
e le tue onde regolate in una stanza
Col permesso di trasmettere
e il divieto di parlare
E ogni giorno un altro giorno da contare…

Com’è che non riesci più a volare?
Com’è che non riesci più a volare?
Com’è che non riesci più a volare?
Com’è che non riesci più a volare?

Con i tuoi entusiasmi lenti
precisati da ricordi stagionali
E una bella addormentata
che si sveglia a tutto quel che le regali
Con il tuo collezionismo
di parole complicate
La tua ultima canzone per l’estate

Con le tue mani di carta
per avvolgere altre mani normali
Con l’idiota in giardino
ad isolare le tue rose migliori
Col tuo freddo di montagna
e il divieto di sudare
E più niente per poterti vergognare…

Com’è che non riesci più a volare?
Com’è che non riesci più a volare?
Com’è che non riesci più a volare?
Com’è che non riesci più a volare?

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