Wednesday, February 7, 2007
io ce e la batteria a dito (ot)
Post di Fabrizio Venerandi sul newsgroup it.comp.macintosh
Main topics: OT
Author: Fabrizio Venerandi
Insomma succede questa cosa tipo matrix quando i proiettili vanno lenti, io
vedo la mia mano che sale con il portatile in mano chiuso nella sua second
skin e al rallentatore uno spigolo del portatile urta con il bordo del tavolo
e sento che il contraccolpo fa scivolare il portatile che -complice la lucida
tela chimica della second skin- scivola via dalla mia mano e per il naturale
peso cupertineo crolla verso il suolo mentre io urlo noooooooooooooooooooooooo
ooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo
ed essendo l’azione al ralenty mi getto anche a volo d’angelo sempre urlando
ooooooo ma essendoci sciocche leggi fisiche a reggere parte dell’apparato
sensibile, prima che arrivi l’endorfina a dare il via ai muscoletti del mio
corpo, il portatile è già caduto a terra e ha fatto TUNF.
TUNF.
‘Mi aspettavo un TUNK’ rifletto tra me e me, ma evidentemente la second skin,
lungi dal proteggere effettivamente il prezioso powerbook in essa contenuto,
ha almeno la capacità di modificare le consonanti finali delle cadute,
trasformandole in qualcosa di più soffice, tipo la kappa in effe: TUNF.
Lo riprendo, tolgo la second skin e scopro che il powerbookino non si apre più
e c’è un enorme bozzo come se lo avessi preso a martellate. Guardo il bozzo.
Guardo il pavimento. Calcolo il tragitto della caduta del grave (circa 15
centimetri) e decido che quando la logica del powerbook mi darà il suo
filosofico addio, prenderò il case di alluminio, lo taglierò a pezzetti con le
forbici e lo metterò al microscopio per capire se è vero alluminio o solo la
carta stagnola dei brooklyn pressata con presse meccaniche di grosse
proporzioni e poi lucidata con la vernice argentata del DAS.
‘’No no cazzo no no no’ dico premendo più volte il pulsantino per aprire lo
schermo video e lo schermo non si apre e in quel momento arriva il mio
collega.
“Venerandi ci sarebbe...” inizia e poi mi vede lì chinato sul powerbook che
premo il pulsantino sempre più nervosamente. “Venerandi che fai?”
Io sto già sudando e non mi giro e poi invece cambio idea a mi giro e lo fisso
negli occhi e gli dico che sto caricando il portatile. “C’è una specie di
dinamo a mano, quando vedi che il portatile si sta per scaricare tu lo chiudi
e premi un po’ di volte il pulsantino e la dynamo ricarica la batteria".
“Ah. Non avevo mai sentito...”
“Ma sì dai, è tipo quello di negroponte per l’africa, solo che invece della
manovella c’è un pulsantino, perché apple bada molto al look e ha fatto questo
micropulsantino da premere”
“Capisco. Ma se quello è il pulsantino della dynamo, lo schermo del computer
come lo apri?”
“Con lo stesso pulsante”
“Ma adesso non si sta aprendo”
“C’è un sensore della temperatura, se tu sei calmo e quindi hai il sangue
fresco lui apre lo schermo, se invece sei agitato stai sudando sei
straincazzato perché tipo ti è caduto il portatile per terra e ora non si apre
più lo schermo, allora la pressione del pulsantino carica la batteria, ok?
Altre domande?”
“Forse no”
“Ottimo, allora lasciami con il mio dolore che devo finire di caricare la
batteria” dico e continuo e premere il pulsantino e lo schermo non si apre. Il
collega resta lì a guardarmi per qualche secondo poi sento che scivola via.
Io continuo a premere e inizio a fare anche un po’ di pressione per vedere se
si sblocca e in quel momento squilla il telefono, guardo la lucina è il 313,
che non è solo la targa dell’auto paperino, ma anche il mio interno.
Tiro su la cornetta con una mano e la metto tra orecchia e spalla e con la
mano libera continuo a premere il pulsantino, inizio anche a crederci un po’ a
questa cosa che premendo si carica la batteria, voglio dire tutta questa
energia che ci sto mettendo non può mica sparire nel nulla.
“Sì?” dico con voce infastiditissima, ma dall’altra parte sento l’economo che
mi urla, adesso è apparsa! vieni! adesso! veloce che poi sparisce! e butta giù
e io lascio perdere il powerbook e mi lancio per le scale per salire fino al
piano dell’economato perché è una settimana che l’economo mi dice che ad un
certo punto della giornata gli appare una nuvoletta come di un fumetto, in
basso a destra dello schermo gli dice ciao sono windows e poi aggiunge cose
molto importanti sulla sicurezza, c’è scritto anche attenzione e di cliccare
per fare qualcosa che l’economo non capisce e ogni volta mi chiama per sapere
se deve farlo e quando io arrivo la nuvoletta se ne è andata da sola e
restiamo lì in silenzio ad aspettare e dopo un bel po’ l’economo mi dice, ma
cazzo ti giuro che c’era e io dico ma scherzi? ti credo ma se non la vedo
mentre c’è mica ci posso fare niente e me ne vado e l’economo non ha preso
bene questa cosa, sta dimagrendo, si rode pensando a quella cosa a cui
dovrebbe fare attenzione, ma che non sa cosa è, va giù duro di metafisica e
pensa che sia un parto della sua mente che in realtà quella nuvoletta non
esista e quindi io arrivo un po’ come un salvatore in fortissimo debito di
ossigeno e appena entro ansimando nell’ufficio dell’economo vedo da distante
il monitor e intravvedo in basso a destra una nuvoletta che non faccio tempo a
dire ‘ba’ è sparita e l’economo si gira verso di me e dice eccoti! guarda! e
si gira di nuovo verso il monitor e la nuvoletta non c’è più e l’economo dice
nooooo! e poi si volta verso di me con il viso bianco e mi dice “l’hai vista?,
cazzo l’hai vista almeno?” e io ansimo ancora un po’, mi metto una mano sul
ginocchio e poi scuoto la testa e dico no. “Mi dispiace ma quando sono
arrivato non c’era nessuna nuvoletta” e l’economo si mette la faccia fra le
mani e lo sento gemere, e io ansimo ancora un po’ e poi gli dico, vabbè io
vado di sotto, se ti capita ancora poi dimmelo eh, e lui manco mi risponde
geme e basta.
Mentre scendo le scale fischietto, poi mi viene in mente del powerbook e
smetto mi sembra la peggior giornata del mondo.
Apro la porta del mio ufficio e vedo a) il mio powerbook con lo schermo aperto
b) il mio collega di cui sopra con un accendino messo sotto l’indice della
mano destra che sembra che si stia scaldando il dito o qualcosa del genere. Il
suo volto tradisce una certa sofferenza.
“Ma...” dico io indicando il powerbook e lui mi dice sì scusa se te lo aperto
volevo provare a caricarlo ma si vede che ho la pelle fredda e quindi si è
aperto, ho anche provato a scaldarmi con l’accendino ma niente, se ci provo si
apre ogni volta. “Cioè questa cosa della batteria a dito è una figata e se
funzionasse anche con me magari passo a apple”
Io scuoto la testa e mi avvicino a lui e gli prendo la mano in mezzo alle mie,
con fare un po’ ieratico. “Hai la pelle fredda” sentenzio poi e gli mollo la
mano e spiego che c’è un settaggio da fare, ma che lo fanno quando comperi la
macchina. “Ogni powerbook ha un settaggio diverso, dovresti parlarne con il
negoziante quando lo compri, loro prendono la tua temperatura e poi fanno il
settaggio”.
“Ah”
“E’ una cosa personalizzata. Si vede che tu hai la pelle fredda”
“Lo dice anche mia moglie”
“Vedi?”
“Però lei si riferisce ai piedi”
“Non andare oltre. C’è un limite oltre al quale la confidenza inizia a puzzare
di pesce”
“Ok”
“Comunque resterà fra noi”
“Ok. Grazie” dice e esce un po’ furtivo e io chiudo la porta e mi siedo.
Mi giro verso il powerbook, richiudo lo schermo e poi mi metto lì con il dito
a ricaricare la batteria per una buona mezz’oretta.
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quando mi vide da lunge salutommi
sfibiossi il petto e le poppe mostrommi