Fabrizio De André, 1978

Rimini

Teresa ha gli occhi secchi, guarda verso il mare
per lei figlia di pirati penso che sia normale
Teresa parla poco, ha labbra screpolate
mi indica un amore perso a Rimini d’estate.

Lei dice bruciato in piazza dalla santa inquisizione
forse perduto a Cuba nella rivoluzione
o nel porto di New York, nella caccia alle streghe
oppure in nessun posto ma nessuno le crede.

Rimini…
Rimini…

E Colombo la chiama dalla sua portantina
lei gli toglie le manette ai polsi, gli rimbocca le lenzuola
Per un triste Re Cattolico, le dice, ho inventato un regno
e lui lo ha macellato su una croce di legno.

E due errori ho commesso, due errori di saggezza
abortire l’America e poi guardarla con dolcezza
ma voi che siete uomini sotto il vento e le vele
non regalate terre promesse a chi non le mantiene.

Rimini…
Rimini…

Ora Teresa è all’Harry’s Bar, e guarda verso il mare
per lei figlia di droghieri penso che sia normale
porta una lametta al collo, vecchia di cent’anni
di lei ho saputo poco ma sembra non inganni.

E un errore ho commesso, dice, un errore di saggezza
abortire il figlio del bagnino e poi guardarlo con dolcezza
ma voi che siete a Rimini tra i gelati e le bandiere
non fate più scommesse sulla figlia del droghiere.

Rimini…
Rimini…

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