Fabrizio De André, 1996

Prinçesa

Sono la pecora sono la vacca
che agli animali si vuol giocare
sono la femmina camicia aperta
piccole tette da succhiare

Sotto le ciglia di questi alberi
nel chiaroscuro dove son nato
che l’orizzonte prima del cielo
ero lo sguardo di mia madre

“che Fernandiño è come una figlia
mi porta a letto caffè e tapioca
e a ricordargli che è nato maschio
sarà l’istinto sarà la vita”

e io davanti allo specchio grande
mi paro gli occhi con le dita
a immaginarmi tra le gambe
una minuscola fica

Nel dormiveglia della corriera
lascio l’infanzia contadina
corro all’incanto dei desideri
vado a correggere la fortuna

Nella cucina della pensione
mescolo i sogni con gli ormoni
ad albeggiare sarà magia
saranno seni miracolosi

Perché Fernanda è proprio una figlia
come una figlia vuol far l’amore
ma Fernandino resiste e vomita
e si contorce dal dolore

E allora il bisturi per seni e fianchi
in una vertigine di anestesia
finché il mio corpo mi rassomigli
sul lungomare di Bahia

Sorriso tenero di verdefoglia
dai suoi capelli sfilo le dita
quando le macchine puntano i fari
sul palcoscenico della mia vita

dove tra ingorghi di desideri
alle mie natiche un maschio s’appende
nella mia carne tra le mie labbra
un uomo scivola l’altro si arrende

Che Fernandiño mi è morto in grembo
Fernanda è una bambola di seta
sono le braci di un’unica stella
che squilla di luce di nome Prinçesa

A un avvocato di Milano
ora Prinçesa regala il cuore
e un passeggiare recidivo
nella penombra di un balcone

o matu
o cèu
a senda
a escola
a igreja
a desonra
a saia
o esmalte
o espelho
o baton
o medo
a rua
a bombadeira
a vertigem
o encanto
a magia
os carros
a policia
a canseira
o brio
o noivo
o capanga
o fidalgo
o porcalhao
o azar
a bebedeira
as pancadas
os carinhos
a falta
o nojo
a formusura
viver

la campagna
il cielo
il sentiero
la scuola
la chiesa
la vergogna
la gonna
lo smalto
lo specchio
il rossetto
la paura
la strada
la modellatrice
la vertigine
l’incantesimo
la magia
le macchine
la polizia
la stanchezza
la dignità
il fidanzato
lo sgherro
il gransignore
lo sporcaccione
la sfortuna
la sbronza
le botte
le carezze
il fallimento
lo schifo
la bellezza
vivere

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