Fabrizio De André, 1970

Laudate Hominem

Laudate dominum
Laudate dominum

Il potere che cercava
il nostro umore
mentre uccideva
nel nome d’un dio,
nel nome d’un dio
uccideva un uomo
nel nome di quel dio
si assolse.

Poi poi chiamò dio
poi chiamo dio
poi chiamò dio quell’uomo
e nel suo nome
nuovo nome
altri uomini,
altri, altri uomini
uccise.

Non voglio pensarti figlio di Dio
ma figlio dell’uomo, fratello anche mio.

Laudate dominum
Laudate dominum

Ancora una volta
abbracciamo la fede
che insegna ad avere
ad avere il diritto
al perdono
perdono

sul male commesso
nel nome d’un dio
che il male non volle
il male non volle,
finché
restò uomo
uomo

Non posso pensarti figlio di Dio
ma figlio dell’uomo, fratello anche mio

Qualcuno
qualcuno
tentò di imitarlo
se non ci riuscì
fu scusato
anche lui
perdonato

perché non s’imita, imita un dio
un dio va temuto e lodato, lodato…

Laudate hominem!

No, non devo pensarti figlio di Dio
ma figlio dell’uomo, fratello anche mio.
Ma figlio dell’uomo, fratello anche mio.

Laudate hominem.

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