Fabrizio De André, Francesco De Gregori, 1975

Dolce Luna

Cammina come un vecchio marinaio
non ha più un posto dove andare
la terra sotto i piedi non lo aspetta
strano modo di ballare

Sua moglie ha un altro uomo e un’altra donna
è proprio un uomo da buttare
e nelle tasche gli è rimasta
solo un po’ di polvere di mare

e non può testimoniare.

Si muove sopra i sassi
come un leone invernale
ti può parlare ore ed ore
della sua quarta guerra mondiale

Conserva la sua cena
dentro a un foglio di giornale
la sua ragazza, esca dalle lunghe gambe
fa all’amore niente male

e non può testimoniare.

Lui vide il marinaio indiano
alzarsi in piedi e barcollare
con un coltello nella schiena
tra la schiuma e la stella polare

e il timoniere di Shanghai
tornò tranquillo a pilotare
e lui lo vide con l’anello al dito
e un altro anello da rubare

ma non può testimoniare.

Dal buio delle tango notti “Balla Linda”
alla paralisi di un porto,
la luce delle stelle chiare
come un rifugio capovolto

la sua balena “Dolce Luna”
che lo aspettata in alto mare,
gli ha detto molte volte: amore
con chi mi vuoi dimenticare?

e non può testimoniare
e non può testimoniare.

E tu mi vieni a dire voglio un figlio
su cui potermi regolare
con due occhi qualunque e il terzo occhio
inconfondibile e speciale

Che non ti importa niente
se non riuscirà a nuotare
l’importante è che abbia sulla guancia destra
quella mia voglia di mare

e mi dici ancora che il mio nome
glielo devo proprio dare

ma non so testimoniare,
io non so testimoniare.

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