Fabrizio De André, 1970

Un chimico

Solo la morte m’ha portato in collina
un corpo fra i tanti a dar fosforo all’aria
per bivacchi di fuochi che dicono fatui
che non lasciano cenere, non sciolgon la brina

Solo la morte m’ha portato in collina.

Da chimico un giorno avevo il potere
di sposare gli elementi e di farli reagire,
ma gli uomini mai mi riuscì di capire
perché si combinassero attraverso l’amore

affidando ad un gioco la gioia e il dolore.

Guardate il sorriso, guardate il colore
come giocan sul viso di chi cerca l’amore
ma lo stesso sorriso lo stesso colore
dove sono sul viso di chi ha avuto l’amore?

Dove sono sul viso di chi ha avuto l’amore?

È strano andarsene senza soffrire
senza un volto di donna da dover ricordare
Ma è fosse diverso il vostro morire?
vuoi che uscite all’amore che cedete all’aprile

Cosa c’è di diverso nel vostro morire?

Primavera non bussa, lei entra sicura
come il fumo lei penetra in ogni fessura
ha le labbra di carne i capelli di grano
che paura, che voglia che ti prenda per mano

Che paura, che voglia che ti porti lontano.

Ma guardate l’idrogeno tacere nel mare
guardate l’ossigeno al suo fianco dormire
soltanto una legge che io riesco a capire
ha potuto sposarli senza farli scoppiare

Soltanto una legge che io riesco a capire.

Fui chimico e no, non mi volli sposare
non sapevo con chi, e chi avrei generato
Son morto in un esperimento sbagliato
proprio come gli idioti che muoion d’amore

E qualcuno dirà che c’è un modo migliore.

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