Fabrizio De André, Clelia Petracchi, 1961

La ballata del Michè

Quando hanno aperto la cella
era già tardi perché
con una corda sul collo
freddo, pendeva Michè.

Tutte le volte che un gallo
sento cantar penserò
a quella notte in prigione
quando Michè s’impiccò

Stanotte Michè
s’è impiccato a un chiodo perché
non voleva restare vent’anni in prigione
lontano da te

Nel buio Michè
se n’è andato sapendo che a te
non poteva mai dire che aveva ammazzato
soltanto per te

Io so che Michè
ha voluto morire perché
ti restasse il ricordo del bene profondo
che aveva per te

Vent’anni gli avevano dato
la corte decise così
perché un giorno aveva ammazzato
chi voleva rubargli Marì.

Lo avevan perciò condannato:
vent’anni in prigione a marcir
però adesso che lui s’è impiccato
la porta gli devono aprir.

Se pure Michè
non ti ha scritto spiegando perché
se n’è andato dal mondo tu sai che l’ha fatto
soltanto per te

Domani alle tre
nella fossa comune sarà
senza il prete e la messa perché d’un suicida
non hanno pietà

Domani Michè
nella terra bagnata sarà
e qualcuno una croce col nome la data
su lui pianterà

e qualcuno una croce col nome e la data
su lui pianterà.

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